Il dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministero dell’intero ha risposto alla richiesta di Anutel per il rinvio al 2021 dell’obbligo di applicare il nuovo metodo elaborato dall’Arera con nota firmata il 10/02/2020, non Accogliendo la richiesta.
Difatti si rappresenta che il differimento del termine per l’approvazione del bilancio 2020-2022 al 31 marzo con la possibilità di approvare le tariffe ed il regolamento della Tari entro il prossimo 30 aprile (art. 57-bis del decreto legge fiscale 124/2019), il termine è stato svincolato da quello per l’approvazione del bilancio, ritenendolo ampio e congruo per superare le criticità sollevate dall’Anutel in merito all’applicazione delle nuove regole sui piani finanziari del servizio rifiuti.
Ricordiamo infatti che, lo scorso novembre, quando il termine per l’approvazione del bilancio di previsione e contestualmente del Piano Finanziario, era ancora fissato al 31 dicembre, l’Anutel richiedeva ai ministri competenti per le commissioni relative di ambiente e finanze di camera e senato, il rinvio al 2021 dell’obbligo di applicare il nuovo metodo di elaborazione firmato Arera. Questo perché, il lasso di tempo così breve che separava l’emanazione del nuovo metodo alle scadenze del bilancio rendeva impossibile la redazione dei piani finanziari con le nuove regole in tempo utile.
Nonostante tale differimento, diverse sono le problematiche rimaste irrisolte. Dapprima, c’è ancora incertezza sulle competenze, sia nelle regioni dove le autorità di bacino (Egato, Ente di governo dell’ambito territoriale ottimale, seguendo la terminologia Arera) non esistono o non sono operative e sia anche nelle regioni dove tali soggetti sono presenti.
Inoltre, data la complessità della materia e i tecnicismi del metodo, i comuni sono in difficoltà nella quantificazione di alcune voci, come un esempio, l’accantonamento al fondo rischi su crediti, per il quale l’Arera fissa solo il limite massimo e in assenza di regole certe si rischia di operare con interpretazioni errate.
La Conferenza Stato-Città del 30 gennaio pareva aprire ad un periodo sperimentale per il 2020, ma senza traduzione in norma di legge e con la recente nota diffusa dal dipartimento, tale facoltà sembra superata.