La Conferenza Stato-Città ha deciso per il rinvio al 30 aprile per i conti di Comuni, Province e Città metropolitane, un mese in più per i bilanci preventivi degli enti locali dunque, che considerate le tante novità e incognite in materia tributaria accoglieranno bene tale proroga.
A differenza del passato lo spostamento del termine entro il quale approvare il bilancio preventivo ha un effetto composito sulle scadenze tributarie. Difatti, quest’anno, non si cambia la scadenza per le tariffe della Tari, fissata già dalla legge al 30 aprile, e per la nuova Imu, che va definita entro il 30 giugno, ma si sposta a fine aprile l’operazione per aggiornare i termini dei regolamenti comunali, che quest’anno è resa di fatto obbligatoria e più complessa del passato proprio dalle nuove regole.
Vengono a trascinarsi i tributi minori, imposta di pubblicità e occupazione del suolo pubblico, per i quali le amministrazioni locali potranno ritoccare i regolamenti entro fine aprile.
Perché queste revisioni dei regolamenti?
La risposta appare quasi banale, ovviamente la risosta è nel nuovo avviso di accertamento esecutivo e la sua disciplina, che impone quindi una revisione ai regolamenti anche e soprattutto in virtù del taglio dei tempi della riscossione delle entrate, che ricordiamo i contribuenti non versano più in maniera spontanea e dovranno occuparsi della scansione delle rate dei debiti tributari al fine di non far scattare le norme della nuova manovra.
Altra incognita ormai dissipata, era in questi giorni occupata da Arera, sull’applicazione del nuovo metodo tariffario e sull’impegno assunto dal governo nella conferenza del 30 gennaio a considerare «sperimentale» per il 2020 il nuovo metodo, sospendendo quindi le sanzioni previste per chi non si adegua.
Ma l’impegno aveva bisogno di una copertura normativa, che non è arrivata perché l’emendamento al Milleproroghe è stato stoppato. È verosimile quindi che il compito di mostrare una certa flessibilità nell’analisi dei piani economico finanziari toccherà alla stessa Arera, ma è ovvio che l’assenza di indicazioni esplicite non faciliterà il debutto delle nuove tariffe.